Da Orwell a Waters: Animals tra protesta e letteratura

Recensione di Matteo Scantamburlo

TEMPO DI LETTURA 8 MIN.

“Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”.

Questo leggeva Roger Waters, cantante, bassista e mente creativa dei Pink Floyd, nelle ultime pagine de La fattoria degli animali di George Orwell, romanzo che si rivelerà un’importante fonte d’ispirazione nella creazione del successivo album della band, Animals, che uscirà nel 1977. Ed è probabile che in quel periodo fosse proprio quella la frase orwelliana che più si avvicinava al pensiero del musicista inglese riguardo al suo ruolo nel gruppo: nei Pink Floyd, ormai al culmine della fama grazie al successo di The Dark Side of the Moon e Wish You Were Here, i rapporti si stavano infatti facendo tesi, principalmente a causa delle manie di onnipotenza di Waters, che aspirava ad una posizione tirannica all’interno del gruppo.

Ed è proprio in Animals che si manifestò per la prima volta la predominanza del bassista, che non si limitò alla scrittura dei testi come nei lavori precedenti, ma prese decisioni radicali anche in campo musicale, riducendo drasticamente il contributo vocale del chitarrista David Gilmour e soprattutto ridimensionando il ruolo del tastierista Richard Wright, dominante negli album precedenti, qui oscurato dal protagonismo compositivo di Waters e relegato al compito di semplice esecutore.

Tutti questi cambiamenti confluirono inevitabilmente in un disco diverso dai predecessori,

sia nella componente musicale, più aggressiva e dominata dalla chitarra, sia nei testi, carichi di rabbia e polemica, caratteristica che risultava coerente con la produzione musicale del periodo, sconvolta dai venti rivoluzionari del punk.

Animals è infatti un disco di protesta, che da Orwell riprende la suddivisione del genere umano in tipologie di animali offrendo però una rilettura per quanto riguarda l’oggetto della critica; difatti mentre lo scrittore britannico si focalizza sul regime stalinista dell’Unione Sovietica, Waters, da socialista convinto qual è, indirizza le sue invettive contro il sistema capitalistico mondiale, utilizzando la rappresentazione dell’uomo sotto forma animale come simbolo del degrado sociale e morale della società.

Le modalità di trasmissione di questo concept sono singolari, l’album è infatti formato da 5 canzoni, due delle quali, Pigs On The Wing Part 1 e Part 2, poste rispettivamente all’inizio e alla fine del disco con la funzione di intro e outro, vista la loro brevissima durata, mentre la struttura centrale è occupata da tre suite mastodontiche, Dogs, Pigs e Sheep, veicoli del messaggio di Waters.

Pigs On The Wing Part 1 è la calma prima della tempesta, una canzone acustica di un minuto scritta da Roger Waters per sua moglie e inserita essenzialmente per dare un confine di empatia e speranza ad un’opera rabbiosa e spietata, che prende il via con la canzone seguente, Dogs.

In questo colosso di 17 minuti vengono descritti i primi personaggi del concept, i cani,

rappresentazione metaforica degli uomini d’affari, presentati da Waters come spietati e calcolatori, costantemente in competizione tra di loro e pronti a colpire al momento opportuno.

you have to be trusted by the people thet you lied to, so that when they turn their backs on you you’ll get the chance to put the knife in

I riferimenti ad Orwell si palesano nella seconda parte della composizione, nella quale emergono i dubbi dei protagonisti

Got to admit that i’m a little bit confused, sometimes it seems to me as if i’m just being used;

se infatti ne La fattoria degli animali i cani sono bestie al servizio dei maiali con il compito di reprimere le opposizioni, in Animals risultano essere parte del sistema capitalistico governato dagli imprenditori. Il loro destino è determinato dalle loro stesse azioni, una vita di diffidenza e falsità li porterà col passare del tempo a sprofondare abbandonati a loro stessi, facendo una fine simile a quella dei cani della fattoria, che con l’arrivo della vecchiaia vengono gettati in acqua con una pietra al collo.

So have a good drown, as you go down all alone, dragged down by the stone

Il testo di Waters è un capolavoro di cinismo e satira,

ma passa addirittura in secondo piano se si considera la componente musicale del brano, all’interno della quale spicca la surreale performance chitarristica di David Gilmour, che si esibisce in una serie di assoli da pelle d’oca. Il suono ottenuto da Gilmour tramite i suoi classici bending è tanto ricco e pulito che la chitarra sembra quasi cantare, caratteristica che avvicina gli assoli di Dogs a quelli di altri classici come Comfortably Numb e Time.

L’apporto del chitarrista continua a farsi sentire nella canzone seguente, Pigs (Three Different Ones), con un riff che va a comporre l’intro della suite insieme ad un fraseggio di organo, ad un assolo di basso e a dei grugniti di maiale.

Il brano è diviso in tre strofe all’interno delle quali vengono descritte le tre tipologie di maiali individuate da Waters: nelle prime due strofe il bassista enuncia le caratteristiche generali di questi animali, rappresentazione metaforica degli imprenditori, ingrassati dal potere e dal guadagno, e dei politici, abili a fare promesse che non manterranno, senza però fare riferimenti espliciti.

Piuttosto esplicito è invece il linguaggio, con Waters che adopera una violenza espressiva mai vista prima nel repertorio floydiano.

Bus stop rat bag; You fucked up old hag

Al termine di queste due strofe segue un lungo intermezzo musicale contenente un singolare ma al tempo stesso straordinario assolo di David Gilmour, intento a replicare i grugniti suini con la chitarra, che conduce l’ascoltatore fino alla terza strofa, “dedicata” esplicitamente all’attivista moralizzatrice Mary Whitehouse, contro la quale la band combatteva da tempo una battaglia mediatica.

Alla fine di questa terza invettiva torna in scena Gilmour, che chiude la canzone con un altro assolo trascendentale, all’interno del quale viene incanalata tutta la rabbia presente nel testo di Waters, risultando dunque estremamente adatto al brano. Si apre dunque la terza suite, Sheep, che accoglie l’ascoltatore in un’atmosfera bucolica di belati e cinguettii, contorno di una straordinaria intro di tastiera di Richard Wright.

La canzone parla delle masse più deboli,

che hanno bisogno di un leader da seguire e di cui fidarsi ciecamente, proprio come le pecore del romanzo di Orwell, sempre fedeli ai maiali nonostante la loro crescente oppressione e falsità. Tuttavia nell’ultima strofa del brano Waters adotta un importante cambiamento rispetto a La fattoria degli animali, immaginando una rivolta delle pecore, che uccidono i cani e compiono una rivoluzione, celebrata dalla splendida progressione di accordi che chiude il brano come una marcia trionfale. 

L’album termina con Pigs On The Wing Part 2, praticamente uguale alla prima parte e inserita proprio per dare una struttura circolare al disco, oltre che per stemperare la violenza e la rabbia di questo ambizioso concept album, che ancora oggi rappresenta un importante incontro di musica e letteratura.


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