Intervista di Lorenzo Mottinelli
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Recentemente sono venuto a conoscenza dell’iniziativa di Aria di Milano, una pagina attiva sia su Facebook sia su Instagram che diffonde giornalmente il dato della qualità dell’aria della nostra città (Milano), riportando chiaramente quali comportamenti dovremmo mantenere in base alla situazione, e se ci troviamo nelle cosiddetta green zone oppure no.
Al momento esistono anche le pagine dedicate ad altre città come Torino, Brescia e Bergamo, ma l’aspettativa del progetto sarebbe quella di espandere il servizio a un’area sempre più ampia mantenendo una divulgazione del dato costante, continua e capillare.
Negli ultimi giorni sono entrato in contatto con i gestori di questa iniziativa per approfondire l’argomento e comprendere meglio il funzionamento e le ambizioni del progetto. Ho mandato loro qualche domanda.
A voi le risposte!
Perché anche senza traffico l’aria risulta sporca?
Innanzitutto occorre ricordare che la persistenza dell’inquinamento dell’aria, soprattutto nella bassa Pianura Padana, non è dovuto soltanto alle emissioni di sostanze tossiche di vario genere, ma anche alla stessa conformazione orografica di questo territorio, che è un bacino dove è più difficile diluire queste alte concentrazioni, sostanzialmente a causa di uno scarso movimento dell’aria.
Di conseguenza, in assenza di vento, anche la riduzione temporanea del traffico non comporta variazioni significative, sia per il permanere delle sostanze prodotte dai veicoli, sia perché il traffico non risulta essere il primario motivo dell’inquinamento atmosferico. Molta parte la fanno i riscaldamenti in inverno e le emissioni industriali provenienti da est e da ovest, che in questa “conca” trovano più facilmente deposito rispetto ad aree più ventilate come quella veneta o piemontese.
Come raccogliete i dati relativi alla qualità dell’aria?
Uno dei punti di forza della nostra struttura è di essere indipendente dai produttori di centraline di monitoraggio. Questo ci permette di poter scegliere le centraline più adatte man mano che vengono immesse sul mercato. Oggi utilizziamo i misuratori di IQAir, un’azienda svizzera con oltre quindici milioni di centraline posizionate nel mondo ma poco presente in Italia, che ci permette di costruire in autonomia la nostra rete garantendoci affidabilità e semplicità di utilizzo. L’abbiamo scelta anche perché fornisce il dato aggregato Air Quality Index (AQI, calcolo dell’indice di qualità dell’aria, basato sulla misurazione del particolato PM2,5 e PM10 ) nel formato americano, che poi è lo standard internazionale. Avere un dato semplice e chiaro, associato ad un colore standard che faccia subito capire la gravità della situazione, era un obiettivo fondamentale perché noi ci rivolgiamo a chiunque respiri, non solo a chi ha già competenze specifiche sui vari inquinanti presenti nell’aria.
Il progetto ha riscosso successo nel giro di pochi mesi, avete intenzione di ampliare la vostra offerta? Se sì, come?
Noi offriamo l’AQI, insieme ai due valori primari del PM10 e PM2,5. La quotidianità e la costanza di questa offerta è il principale motivo del nostro successo, perciò vogliamo continuare ad essere soprattutto questo: l’orologio della qualità dell’aria.
Col tempo si sono già aggiunti altri servizi, come ad esempio quei loghi che indicano quando è consigliabile fare o non fare determinate cose, come usare mascherina, non in chiave Covid-19, ma per l’inquinamento, aprire le finestre, fare attività sportive o utilizzare depuratori interni dell’aria. Poi esiste una gamma variabile di informazioni che offriamo spontaneamente, oppure quando ci vengono richieste, relative al blocco del traffico, all’allerta meteo e altre news di questo genere. Coi nostri follower il rapporto è concreto e costante, e sono loro i primi a condividere attivamente l’obiettivo divulgativo di accrescere la consapevolezza di tutti i cittadini riguardo al tema generale della qualità dell’aria.
Quindi direi che l’ampliamento della nostra offerta è direttamente collegato al contingente e quotidiano rapporto coi nostri follower.
L’aria pulita è un traguardo che potrebbe interessare le aziende che vogliono rendere pubblico il loro impegno per la sostenibilità ambientale, pensate di poter collaborare con loro in futuro?
Lo speriamo, soprattutto se vogliono condividere il principale obiettivo della nostra mission: creare una rete di monitoraggio in tempo reale della qualità dell’aria in tutta Italia.
Molte di queste aziende hanno filiali in varie regioni, se non in tutte. Penso ad esempio alle banche, alle catene di supermercati, ma anche ai brand della moda, dello sport e in generale della Grande Distribuzione Organizzata (GDO). Se decidessero di offrire uno spazio accanto alla loro insegna, dove i clienti possano vedere “on field” e non solo sul web com’è in quel momento l’aria che stanno respirando, credo potrebbero fare molto, sia favorendo la crescita della consapevolezza riguardo a un tema così importante, sia di servizio al cittadino, il quale potrebbe decidere se e dove fare sport o portare a spasso i bambini.
Un’iniziativa come questa, una volta raggiunto un grande seguito, potrebbe far valere la propria voce anche in ambito politico/istituzionale. Un obiettivo simile fa già parte della vostra visione del progetto o per il momento non lo prendete in considerazione?
Noi non siamo un movimento, non nasciamo per protestare, i nostri obiettivi sono principalmente informativi e divulgativi. Se poi un aumento della consapevolezza dei cittadini dovesse produrre l’effetto di avvicinare la soluzione del problema, anche attraverso una partecipazione più attiva delle persone, che ci aspetteremmo soprattutto da parte dei più giovani, con la conseguente richiesta di soluzioni, allora certamente diremmo: Wow!
Se vi interessa seguire l’iniziativa Aria di Milano, ecco i link alle loro pagine: pagina Facebook, pagina Instagram.
Puoi trovare gli articoli precedenti in fondo alla pagina Home.
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