Pop Smoke e l’avvento della UK Drill

Recensione di Francesco Buttarelli

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Quando si parla di Pop Smoke,

si fa probabilmente riferimento all’artista più innovativo dell’ultimo anno all’interno del panorama musicale statunitense ed internazionale. Mi rendo conto io stesso che sarebbe inutile scrivere di ciò che è stata la sua vita, cosa che non avrebbe senso date le numerose pagine presenti in internet che già trattano della sua biografia in maniera ineccepibile. Ciò su cui invece mi sento in dovere di porre l’attenzione è senza dubbio il grande carattere innovativo della sua produzione musicale, del tutto degna di nota.

Fatta questa premessa, per prima cosa è necessario dire che la particolarità della carriera musicale di Pop Smoke, all’anagrafe Bashar Barakah Jackson, è dovuta anche alla sua brevità. L’artista è infatti attivo sulla scena statunitense dal 2017 al 2020, anno in cui viene ucciso a colpi di pistola all’interno della propria abitazione, ma, precisando che il primo singolo di successo “Welcome to the party” viene realizzato nel 2019, è possibile definire in termini ancora più brevi il periodo della sua produzione artistica ad alti livelli.

Lo stile che Pop Smoke abbraccia è vario:

con i propri singoli è possibile vederlo cimentarsi nel genere trap, a cui da anni siamo esposti e che, apprezzato dai più giovani e spesso odiato dalle vecchie generazioni, domina da tempo le classifiche discografiche soppiantando il resto della musica.

È tuttavia un altro il genere con cui l’artista si confronta cambiando le carte in tavola del panorama musicale statunitense, ossia quello della UkDrill, nato in Inghilterra e portato in America dallo stesso Pop Smoke.

Per capire quanto il rapper sia stato fondamentale ai fini della diffusione di tale genere,

non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo, basti pensare al fatto che chiunque senta parlare di questo artista lo associ inevitabilmente alle particolari sonorità inglesi, nate per l’appunto in Inghilterra da produttori del calibro di 808Melo e Axlbeats.

È curioso notare che questi beatmaker siano divenuti celebri proprio grazie a Pop Smoke, il quale detiene il grande merito di aver reso un genere pressoché sconosciuto o, ad ogni modo, confinato alla sola Inghilterra, un’espressione artistica di calibro mondiale, che nell’ultimo periodo è divenuto popolare persino in Italia, dando spazio ad artisti giovanissimi.

Ne siano un esempio gli emergenti della scena milanese di San Siro Valepain e Rondosasosa, la cui canzone “Louboutin”, accompagnata dall’incredibile produzione stile Uk Drill di Nko, ha infiammato il pubblico più giovane per gran parte dell’estate, riuscendo a dar spazio ai due artisti, inesperti ma già con un’identità musicale ben definita, all’interno della scena italiana già affermata.

Questo nuovo genere è sicuramente caratterizzato da una concezione ritmica innovativa,

notificabile in primo luogo nel beat su cui il rapper canta. Lo snare (componente che all’interno della produzione musicale ha il compito di scandire il tempo), anziché battere sul classico quarto quarto, scandisce il ritmo prima sul terzo e poi sul quinto quarto conferendo alla canzone, se vogliamo, un ritmo sincopato, irregolare.

Tuttavia, è necessario dire che la vera anima di una canzone Uk Drill risiede senza dubbio nel basso adoperato, più comunemente chiamato 808, presente non a caso nel nome d’arte del produttore sopra citato, 808Melo. La grandiosità di questo elemento consiste nei numerosissimi “slide” (dal gergo musicale “scivoloni”) che la nota suonata in origine compie su altre ottave spesso distanti da essa al fine di creare particolari effetti sonori.

Altro tratto fondamentale di tale genere coincide con l’immaginario criminale narrato all’interno dei testi e riscontrabile persino nei videoclip che accompagnano la canzone, in cui la “gang” dell’artista si esibisce spesso in azioni criminose o in balletti di gruppo (soprattutto nel caso di Pop Smoke) diventati ormai celebri.

È inutile negare che,

da sempre, la peculiarità del rap/trap e in quest’ultimo caso Drill, sia data dall’associazione della stessa musica, come detto prima, all’appartenenza a gang, utilizzo di armi, abuso di droghe, e vita di strada.

È però impossibile da contraddire anche il fatto che l’offerta di un simile prodotto sia accolta e apprezzata da gran parte del pubblico, e che quindi, in qualche modo, il crudo immaginario proposto sia parzialmente capito bene o male da tutti.

Con questo, non intendo dar contro a un genere di cui io stesso sono amante, dal momento che anche l’immaginario proposto dalla musica rock, metal o addirittura dai celeberrimi Beatles (gruppo musicale rimasto nel cuore di chiunque li abbia mai ascoltati), rimanda al massiccio uso di droga e ad una condotta di vita a tratti estrema.

Nonostante sia interessante prestare attenzione alla crudità che viene ritratta in questo tipo di prodotti musicali,

è tuttavia un vero dispiacere per l’intera umanità assistere alle morti premature di artisti promettenti causate, come nel caso di Pop Smoke, da un omicidio volontario (probabilmente dovuto ad un conflitto tra gang rivali), o come avvenuto per molti altri cantanti altrettanto talentuosi (Juice Wrld, Lil Peep, Mac Miller, appartenuti alla scena americana più recente) a causa di overdose di sostanze stupefacenti.

Detto ciò, bisogna a malincuore constatare che un ideale di artista così radicato, così fortemente saldo nell’immaginario di ognuno, inteso in relazione ai generi musicali di cui ho parlato in questo articolo, difficilmente cambierà, o meglio, subirà alcuni inevitabili e consistenti mutamenti con il passare degli anni, ma, a mio avviso, non sufficienti per evitare questi tristi avvenimenti.


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